Nei diversi cicli lavorativi presenti nel settore, il lavoro del marittimo è faticoso, insicuro e rischioso ed è per questo che sono importanti un’adeguata organizzazione del lavoro, l’utilizzo delle buone pratiche conosciute nel settore, nonché una continua attività di informazione-formazione-aggiornamento sui dati provenienti dalle attività di sorveglianza e monitoraggio delle malattie professionali e degli infortuni condotte dagli Istituti centrali
A livello di normativa internazionale, si ricorda la Maritime labour convention (Mlc), Convenzione sul lavoro marittimo del 2006, ratificata dall’Italia nel 2013, che aggiorna ed integra, in un’ottica di miglioramento organizzativo e gestionale dell’impresa marittima, tutte le precedenti convenzioni di settore. Da un’analisi più approfondita del Titolo IV di tale convenzione e da un confronto con quanto riportato nel d.lgs. 271/1999 e nel d.lgs. 298/1999 (che costituiscono le attuali normative nazionali di settore), si nota come una buona parte delle indicazioni internazionali trovino già attuazione nel nostro sistema normativo, anche se il coordinamento tra quanto indicato dai decreti citati e il d.lgs. 81/2008 la renderebbe ancora più completa.
La Mlc raccomanda la necessità di sviluppare sistemi di sorveglianza nazionale capaci di monitorare l’andamento delle malattie professionali e degli infortuni tramite indicatori di rischio quantitativi e qualitativi (indagini sulle dinamiche degli eventi, sorveglianza sanitaria su malattie professionali, promozione della salute a bordo delle navi).
I rischi lavorativi cui sono soggetti i marittimi dipendono dalle attività svolte dal personale di bordo inquadrato in specifiche qualifiche, dalla tipologia di nave e di navigazione, dai cicli lavorativi e dalla merce trasportata. Indipendentemente dai rischi specifici connessi alle numerose mansioni lavorative, vi sono alcuni rischi ‘trasversali’ cui sono esposti sia i lavoratori che i passeggeri, quali ad esempio: collisione, naufragio e incendio.
Tale fattispecie di rischi attiene alla disciplina della sicurezza della navigazione, campo coperto da un corpus normativo molto articolato e pregnante, costituitosi a partire dagli inizi del novecento, rappresentato dal codice della navigazione e regolamentazione internazionale Solas dell’International maritime organization (Imo), caratterizzato nel passato da una notevole autonomia di diritto.
L’area tematica della sicurezza della navigazione ha notevoli collegamenti con la prevenzione e la sicurezza del lavoro e ciò, negli anni passati, è stato all’origine di una certa confusione normativa sull’applicabilità diretta ai lavoratori marittimi delle leggi di tutela della salute e sicurezza sul lavoro. La presenza di questi rischi nelle navi è l’elemento costitutivo stesso dei compiti del comandante, dei profili professionali marittimi, dell’organizzazione del lavoro a bordo, della costituzione degli equipaggi, della definizione di percorsi abilitanti di formazione e addestramento, oltre che dell’organizzazione di un sistema articolato di gestione delle emergenze e di un complesso sistema di controlli pubblici (da parte degli Stati di bandiera e da parte degli Stati dei porti scalati) esercitati sulle navi ai fini della sicurezza della navigazione.
Un altro fattore di rischio (di tipo organizzativo-psicologico), presente pressoché in tutti i ruoli di bordo e quindi valutabile come fattore di rischio trasversale, è quello definito dalla stessa normativa specifica d.lgs. 271/1999 come ‘fattore di fatica’.
Questo è legato alla particolare organizzazione del lavoro cioè ai turni, alle guardie, al lavoro notturno, alle scarse possibilità di vero recupero psicofisico e di riposo, alle incombenze eccezionali di bordo, alla rigida organizzazione gerarchica, al sovraccarico di responsabilità in termini di sicurezza della nave e, infine, alla natura intrinseca del lavoro marittimo (lunghi periodi di lontananza da casa, vita collettiva coatta turnover dei compagni di lavoro, fattori ambientali esterni critici). Si aggiungono poi, come fattori peggiorativi nel comparto delle crociere, le difficoltà di socializzazione, comunicazione e di rapporti interpersonali, dovute alla presenza di svariate comunità di nazionalità diversa.
Questo fattore di rischio è presente in maggiore o minore misura in tutti i ruoli marittimi e in tutte le lavorazioni a bordo delle navi e può contribuire allo sviluppo di dinamiche infortunistiche o all’insorgenza di disturbi della salute. L’impatto sfavorevole che i ritmi, i turni e il lavoro notturno esercitano sul benessere del lavoratore si manifesta
principalmente in tre aspetti relativi al danno atteso: interferenze con l’assetto biologico (ciclo sonno-veglia);
efficienza lavorativa; stato di salute (sistema gastrointestinale, cardiovascolare).
Molti studi hanno comprovato anche l’esistenza di diversi fattori potenziali di rischio di malattie professionali, legati alle caratteristiche dell’ambiente, all’organizzazione del lavoro e alle procedure specifiche in atto. I principali di essi sono:
- le vibrazioni e il forte rumore comune e continuativo delle macchine, soprattutto a
bordo dei pescherecci, che possono provocare ipoacusia in varia misura e disturbi osteoarticolari e muscolo-scheletrici - l’esposizione prolungata a particolari condizioni climatiche (temperatura, umidità, vento);
- gli orari di lavoro irregolari a bordo delle navi e le esigenze dell’ambiente operativo che spesso superano la capacità dei lavoratori di fare loro fronte (o di controllarle) e che possono comportare disturbi di carattere psicosociale, in particolare stress, e un abuso correlato di alcool e tabacco o consumo di droghe;
- il rischio correlato all’esposizione a radiazioni solari, più elevato in mare che sulla terra, a causa del riflesso della luce del sole (raggi UV) senza ostacoli;
- le specifiche attività svolte a bordo delle imbarcazioni, come ad esempio la movimentazione dei carichi pesanti (a mano o con altre parti del corpo) ed i movimenti ripetitivi degli arti superiori, che possono essere causa di disturbi all’apparato muscolo-scheletrico.
Quanto sopra solo alcuni aspetti dei rischi a cui i nostri naviganti sono sottoposti giorno dopo giorno, circondati da una nebbia di indifferenza e inconsapevolezza senza eguali nel mondo del lavoro.