NEWS del 19 maggio 2016 – Tutti gli armatori devono rispettare la legge.

Unknown     Se è pur vero che la grande maggioranza della compagine armatoriale rispetta leggi e norme in vigore, è anche vero che tra essa si nascondono nicchie che tergiversano e fanno pagare ai lavoratori del mare quello che a loro spetterebbe. Vuoi per inconsapevolezza, vuoi per scarsa informazione degli organi preposti, vuoi per assoluta indifferenza dei sindacati maggiori di categoria e vuoi per mancato controllo delle  autorità, si è giunti all’assurdo assunto che un reato perpetrato contro un marittimo è meno grave dello stesso reato di cui è vittima qualsivoglia altro lavoratore.

Iniziamo dai corsi di formazione: le compagnie di navigazione sono tenute a curarsi della formazione del proprio personale navigante, questo a prescindere se detto personale è stato assunto attraverso il turno generale, turno particolare e continuità di lavoro. Nel momento in cui il marittimo firma la convenzione di arruolamento, egli è dipendente della società di navigazione a tutti gli effetti e con tutti i diritti, ivi compreso il diritto alla formazione professionale.

Andiamo a leggere cosa stabilisce la Convenzione ILO-MLC 2006 – Linea guida B2.4.1 – Calcolo dei diritti. Paragrafo 2. Secondo le condizioni stabilite dall’autorità competente o fissate da una contrattazione collettiva applicabile, le assenze del lavoro per frequentare un corso di formazione professsionale marittima, oppure dovuta a malattie o infortunio, o maternità, dovrebbero essere computate nel periodo di servizio.

E molto chiaro il concetto sopra esposto che si può riassumere con: l‘armatore deve provvedere economicamente alla formazione professionale del componente l’equipaggio senza esclusione alcuna.

Tornando a casa nostra andiamo a leggere cosa riporta il  vigente CCNL per i Comandanti ed i DDMM, alla Parte Settima-Disposizioni Finali, l’Art. 55 Aggiornamento Professionale, al Comma 1 prevede che la Compagnia di Navigazione deve adottare le misure organizzative in modo da favorire la partecipazione ai corsi, seminari, etc.
Mentre il Comma 2 prevede, per tale periodo, il riconoscimento di trattamento per incarico temporaneo a terra.
In base al suddetto Art.55 l’Armatore è tenuto a pagare i corsi di aggiornamento professionale, oltre al trattamento per incarico temporaneo a terra.

Adesso un accenno al Registro Internazionale. dal Testo Unico del 22/12/1986 n. 917 – art. 155 si evince che navi di compagnie di navigazione battenti bandiera italiana che non si limitano a navigazione di cabotaggio hanno diritto a agevolazioni fiscali purché assumano obbligatoriamente un certo numero di comunitari. Purtroppo notiamo che le agevolazioni fiscali vengono elargite, mentre poco e niente si fa per far rispettare il diritto all’imbarco del personale italiano. Ancora una volta dobbiamo prendere atto della distrazione da parte dei maggiori sindacati e delle competenti autorità.

Per amor di giustizia ricordiamo che le navi battenti bandiera italiana adibite a cabotaggio non hanno diritto al Registro Internazionale, non fruiscono delle derivanti agevolazioni fiscali e devono per legge e non per scelta imbarcare personale italiano. Il giochino del poliziotto buono e del poliziotto cattivo ci convince poco, a noi interessa che vengano rispetatte le leggi, i regolamenti e quant’altro in vigore.

COSMAR, il Comitato nazionale per la salvaguardia professionale dei marittimi, è all’opera. Con l’aiuto dei marittimi che collaborano con i marittimi stiamo ottenendo quanto prima non era mai accaduto. Non possiamo qui, per ovvie ragioni, rendere pubblici i casi che abbiamo e stiamo affrontando, ma vi possiamo assicurare sono molti e ormai basta la presenza di un nostro legale per costringere a miti consigli chi tenta di fare il furbo con i nostri marittimi soci.

Notiamo tante imprecisioni e sproloqui sulle piattaforme sociali, molti tirano il sasso e nascondono la mano, altri fanno solo retorica deviante. Cosmar alle parole fa seguire i fatti. Non per ultimo un nostro associato ha ottenuto, lo scorso lunedì, l’abbuono del pagamento di 70.000 euro di tasse dopo un intervento del Comitato. Una associazione del diporto ha, lo stesso giorno, tentato di assumersene la paternità, non ci siamo offesi, abbiamo avuto solo pietà di quella come delle altre associazioni che esistono da decenni senza mai nulla aver raggiunto, non un solo risultato positivo, neanche riuscire far rispettare le leggi.

Hai bisogno di aiuto, di un consiglio, di una parola amica ? COSMAR ti ascolta 24/24 e 7/7 al +39 329 455 5682 oppure scrivi a segreteria@cosmar.org

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