News del 5 gennaio 2021 – In dirittura di arrivo la nuova sede COSMAR di Procida

Italy, Campania, Gulf of Naples, Procida - Terra Murata as seen from the air

     Perchè inaugurare una nuova sede a Procida, innanzi tutto, e non è secondario, il responsabile della sede sarà il nostro socio fondatore consigliere Christian Fasanaro, come si suol dire: “Un nome, una garanzia”. Un Comandante tutto d’un pezzo, ma soprattutto un navigante che non rinuncia a studiare gli umori del mare. Il nostro Christian non ha bisogno di presentazione, rappresenterà ai massimi livelli COSMAR e con lui tutti coloro che lo  affiancheranno.

Le sedi COSMAR non  a caso sono poste in città altisonanti: Napoli, Genova, Viareggio, Milazzo/Messina, San Benedetto del Tronto (prossima apertura), tutte, queste ed altre che a pieno titolo godono di grande rispetto marinaro. Orgogliosamente vorremmo che la bandiera COSMAR sventoli in ogni dove il salino si mischia con l’aria. Tutti questi luoghi e tanti altri ancora che circondano i nostri oltre ottomila chilometri di costa vantano il diritto si racconti la loro gloriosa storia marinaria, ma Procida, oltre a tutto questo, è misteriosa, peculiarità che la rende unica.

È un dato di fatto innegabile che – mentre gl’ischitani si dedicavano all’agricoltura e i capresi a una forma primordiale di turismo – la storia di Procida sia stata realizzata, in terra, dai sacerdoti e, sul mare, dai naviganti (acqua santa e acqua salata», potrebbe dirsi, parafrasando un modo di dire borbonico), poiché sono queste le classi sociali che hanno sempre espresso – e, per lo più, continuano a esprimere – le due maniere di manifestarsi della cultura dell’isola, la più originale delle quali finisce per essere, per ragioni fin troppo scontate, proprio l’ultima di esse, il mare vettore di cultura che ne lascia traccia in lidi vicini e lontani. Il mito di Procida marinara vive tra l’«imbalsamazione», per lo più compiaciuta, del passato e la ricerca – febbrile, quanto vana – di una identità per il futuro. La ricostruzione delle vicende della marineria procidana si presenta alquanto difficoltosa, per la complessità della raccolta e dell’organizzazione delle notizie frammentarie, sparse, qua e là, per libri e saggi, ma anche per articoli di giornale e per documenti e manoscritti, spesso inediti, non sempre facilmente accessibili; senza contare il contributo che si trae dalle dissertazioni di laurea dedicate ad argomenti marinari e, perfino, da reperti di cultura materiale – come fotografie, dipinti, tavolette votive, modelli navali -, letti a un livello più approfondito di quello ordinario. Particolarmente prezioso, poi, è l’apporto offerto dalle fonti orali, pur con le ben note difficoltà esegetiche che vi sono connesse .

I primi insediamenti di Procida risalgono all’epoca micenea (XVII- XV secolo a.C.); quindi greca (VIII-VII a.C.) e romana (IV-III a.C.).
Poi, come destino di quasi tutte le isole e località costiere, diventa preda di incursioni barbariche: i goti e vandali, quindi – nel medioevo – i saraceni. E per la popolazione non c’ era riparo più sicuro del borgo protetto di Terra Murata, che ancora domina l’isola.

Il destino di Procida, comunque, resta legato a quello di Napoli, e così i signori dell’isola cambiano quando cambiano le dinastie al potere nella capitale: normanni (con cui, alla fine del XII secolo, l’isola diventa feudo, e lo resterà fino al 1744), svevi, aragonesi, la corona spagnola, gli Habsburger austriaci, i Borbone. Nel XIX secolo, dopo l’unità d’Italia, inizia il periodo di splendore di Procida, che diviene una vera e propria capitale nei traffici marittimi.

Nel 1868 viene inaugurato il nuovo porto, nel 1875 il cantiere navale. Nasce l’Istituto Nautico, che acquisisce fama nazionale e da allora forma e continua a farlo costruttori e comandanti di navi. Nel 1885 la Marina della piccola isola di Procida è la quarta del paese per numero di navi. Ed ancora oggi Procida, ben più delle altre due isole del golfo, è fucina di marinai e pescatori.

  Conosciuta come l’isola del Postino, delle piccole e accoglienti spiaggette, dei pittoreschi e suggestivi borghi marinari. Un’isola che gli antichi romani chiamavano Prochyta. Eppure, intorno all’origine del nome di Procida sono fiorite diverse ipotesi, alcune delle quali hanno radici che affondano nel mito.

Sono quattro le teorie del nome di Procida, tutte ricche di fascino:

  1. Dionigi d’Alicarnasso vuole che il nome dell’isola derivi da quello da una nutrice di Enea: l’eroe l’avrebbe sepolta qui quando approdò sull’isola.
  2. Ma Plinio ribatte: Prochyta, non ab Aeneae nutrice, sed quia profusa ab Aenaria est. Profusa è il participio del verbo profundo, che a sua volta deriverebbe dal verbo greco prochyo: Procida quindi sarebbe l’isola “messa fuori”, “sollevata” e poi messa in mare.
  3. Un’altra ipotesi vuole che il nome Procida derivi da Prima Cyme, ovvero “vicina, prossima a Cuma”. È così che l’isola doveva apparire ai coloni greci quando migrarono da Ischia fino a Cuma.
  4. Il verbo greco pròkeitai significa “giace”. Secondo questa ipotesi, il nome di Procida deriverebbe dal modo in cui essa appariva se vista dalla terraferma, “appoggiata” sul mare.

Tutte e quattro le teorie sull’origine del nome non fanno che aggiungere ulteriore fascino a una delle isole più belle del golfo di Napoli

COSMAR, sotto la sapiente guida del comandante Christian Fasanaro, saprà, se pur con la dovuta umiltà, rendersi utile nel locale tessuto sociale; scienza, coscienza e dialogo saranno il collante tra il nostro ente e le istituzioni pubbliche e private di Procida.

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