NEWS del 10 novembre 2016 – Manila 2010: domani è un giorno cruciale non facciamoci fuorviare da false sirene.

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images-1   I marittimi interessati alla conversione delle nuove certificazioni possono richiedere la stessa entro il 2 gennaio 2017, inviando alla propria Capitaneria di iscrizione tramite posta certificata (PEC), posta elettronica, via fax oppure consegna a mano tramite un prorpio delegato l’istanza di conversione in carta semplice. Allo sbarco il richiedente si recherà in Capitaneria e potrà ottenere il certificato di Marittimo abilitato di coperta, Marittimo abilitato di macchina, Ufficiale elettrotecnico, e Comune elettrotecnico. COSMAR, come nel suo costume, si mette a disposizione dei richiedenti sia per fornire spiegazioni e chiarimenti che per presentare per loro conto l’istanza presso la Capitaneria di iscrizione.

Domani 11 novembre in occasione della importante riunione di lavoro i cui partecipanti ricordiamo essere sindacati, tecnici del Ministero, rappresentanti confederazioni armatoriali, rappresentanti centri di formazione, COSMAR auspica si prenda in seria considerazione di disporre un corso formativo per coloro i quali non sono in possesso dei requisiti richiesti al fine della conversione di cui sopra. Ci sembra superfluo rammentare che i lavoratori del mare non in possesso dei requisiti richiesti al fine della conversione sono vittime della mancata applicazione delle norme inerenti il Registro Internazionale, che li ha visti, loro malgrado, ingrossare le fila dei disoccupati marittimi . Non prendere in seria considerazione questa proposta è indice di scarsa sensibilità, laddove addirittura non si vuol far sparire come nebbia al sole i Comuni italiani dalle navi battenti bandiera italiana.

Sempre domani 11 novembre e sempre gli stessi attori decideranno i programmi formativi per i corsi “direttivi”. COSMAR auspica si faccia una netta distinzione tra coloro i quali si candidano agli esami di abilitazione da 1° ufficiale di coperta e macchine e coloro i quali gia in possesso della abilitazione di Primi ufficiale, Comandanti e Direttori di macchine. Nel primo caso procedere al corso formativo di rispettivamente 300/570 ore, magari modificandone alcuni parametri al fine di adeguare l’apprendimento agli ultimi dettati di Manila 2010 ed ai prossimi che entreranno in vigore nel 2017. Nel secondo caso, quello, per capirci, dei Primi ufficiali, Comandanti e Direttori gia abilitati, auspichiamo si giunga alla sensata conclusione che si tenga presente la professionalità a livello direttivo acquisita e quindi si opti per un corso di aggiornamento di breve durata (cinque giorni, 30 ore) che tratti solo e unicamente gli emendamenti varati a Manila nel 2010.

Per finire appoggiamo con fermezza la sensata proposta del segretario generale Federmar Cisal Alessandro Pico che propone una deroga di almeno 8 mesi oltre la sospensione dei CoC programmata per il 31 dicembre 2016

 COSMAR, il Comitato Nazionale per la Salvaguardia della Professionalità dei Marittimi ha ben chiaro che le proteste a nulla servono se non sono precedute da serie e oculate proposte. Leggiamo di UCINA (CONFITARMA) che organizza incontri con il ministro Delrio per chiedere vengano bacchettati quella o quell’altro dirigente del MIT, hanno anche la senatrice porta bandiera (convinta che i marittimi siano solo quelli che lavorano nel diporto) che il mare lo vede e lo conosce dal litorale viareggino ed altri soggetti, alcuni dei quali si occupano di tutt’altro rispetto al lavoro marittimo, altri ancora che appartengono alle stesse associazioni che fino ad oggi e negli ultimi venti anni non hanno fatto altro e solo che curare il prorpio orticello. Quanto sarebbe stato meglio sederci tutti intorno ad un tavolo, sindacati e associazioni, per preparare un seria e circostanziata proposta. Invece sono mesi che assistiamo, anche per mere questioni personali, ad un continuo attacco alle istituzioni, ad un muro contro muro che ha avuto solo e unicamente lo scopo di inasprire gli animi e far venire meno quella serenità di cui tanto adesso ci sarebbe bisogno. Quando sentiamo dire che nulla si è fatto dal 2010 al 2015, ci chiediamo: voi che ponete questa accusa cosa avete fatto nello stesso periodo ? Vi siete preoccupati del vostro avvenire o come sempre avete aspettato pigramente le altrui azioni ? Se vogliamo volgere lo sguardo al futuro dobbiamo avere le menti serene e lasciare rabbia e rancori dietro le spalle, ma sopra tutto marciare verso la stessa direzione su due marciapiedi opposti, in uno i lavoratori del mare e sull’altro i padroni e non come sta accadendo mischiare tutto e tutti per scoprire che alla fine a rimetterci è sempre e solo il lavoratore marittimo ed allora la senatrice se ne tornerà a guardare il mare dal litorale, e gli altri a fare quello che da oltre venti anni hanno sempre fatto: niente ! Nel frattempo UCINA che come branca di Confitarma rappresenta la cantieristica del diporto che cosa ha a che fare con i marittimi, perché continua a mettersi in mezzo, UCINA  ancora non ha capito che i lavoratori del mare, quelli veri e professionali camminano sul marciapiede opposto? Voi UCINA/CONFITARMA con il Registro Internazionale avete rovinato la vita a decine di migliaia di lavoratori marittimi che in men che non si dica si sono trovati letteralmente in strada, voi che avete ridotto alla disperazione proprio la parte  più debole dei lavoratori marittimi, voi che pagate alla Triplice 300 dollari per ogni extracomunitario imbarcato sulle navi R.I. con bandiera del nostro Paese, voi adesso vorreste che gli stessi marittimi che avete ridotto alla disperazione manifestino per voi ? COSMAR, non ci sta! COSMAR manifesterà prima che possiate solo pensarlo, manifesterà sotto la vostra sede a Roma per chiedere quello che ci avete tolto e che noi rivogliamo a pieno titolo: il lavoro ! COSMAR lascia liberi i propri soci di manifestare come meglio vogliono e credono, però con la certezza che quando torneranno a casa  troveranno sempre COSMAR ad accoglierli, a proteggerli, ad informarli, ad aiutarli senza secondi fini.

COSMAR, davvero un altro mondo !

Ad maiora…!

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3 risposte

  1. lasciare rabbia e rancori dietro le spalle!? No assolutamente, No!
    Come si fa a dimenticare , il menefreghismo, la protervia, l’arroganza autoreferenziale di questi tecnici burocrati del ministero. Hanno creato disagi, continuano a creare disagi, nell’indifferenza e senza nessun senso di colpa. Giocano con il nostro pane, con il futuro delle nostre famiglie, con la nostra vita. Non mi sembra che dal ministero siano venute scuse, spiegazioni o parole di imbarazzo su una situazione che con la loro negligenza ed ignavia hanno creato. Allora di cosa stiamo parlando? In qualsiasi paese con minimo senso del dovere civico, queste persone sarebbero state cacciate a pedate, mentre da noi proliferano. In qualsiasi paese civile le Istituzioni sono al servizio del cittadino. Da noi il contrario…. Chiedi un certificato qualsiasi in Capitaneria, fai una domanda e ti rispondono con sufficienza con l’aria di chi sta rompendo loro le scatole. Sbagli un documento è sono multe salate. E’ una cultura completamente errata che deve cambiare in queste persone del Ministero e delle Capitanerie. Possono interpretare le leggi come vogliono. Sbagliano facendo perdere tempo e denaro e nessuno li punisce. E’ l’arroganza di cui il paradigma « Cazzo Comandante, torni a bordo, altrimenti la rovino» che dobbiamo cambiare. Se non lo facciamo se non chiediamo le teste chi ha creato questa situazione, saremo sempre vittime all’arbitrio di queste persone.
    La rabbia ed il rancore deve rimanerci dentro ed alimentare la voglia di cambiamento.

    Ad maiora
    Comandante Erasmo Lucido socio fondatore

  2. Sostanzialmente mi trovo d’accordo con l’articolo tuttavia mi auguro che la questione corsi direttivi venga gestita in altro modo: la distinzione dovrebbe essere tra chi necessita dell’integrazione e chi no e deve avvenire sulla base del diploma conseguito.
    Se si parla di giustizia e correttezza far fare 300/570 ore anche a tutti quelli che hanno già seguito programmi scolastici validi e riconosciuti non mi sembra equo ne tantomeno giusto.
    Un saluto

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