Discutendo di lavori pesanti svolti dal personale di bordo, a prescindere dal ruolo, viene naturale pensare alla fatica e ancor meglio all’affaticamento che è una soggettiva sensazione di stanchezza ad insorgenza graduale. Molto semplicemente la fatica può essere alleviata da un periodo variabile di riposo.
Andiamo oltre, volontariamente vogliamo in questo breve elaborato tralasciare la fatica fisica che da parte dei “Comuni” delle sezioni coperta, macchina e camera è il quotidiano vivere. Invece addentriamoci, se pur sommariamente, nella fatica mentale che comporta l’incapacità di mantenere costantemente una funzione cognitiva ottimale. Questo tipo di affaticamento è in ogni caso pericoloso in situazioni che richiedono costante concentrazione, come l’uso di sofisticati macchinari, la tenuta della guardia in navigazione sul ponte di comando, situazioni oggettivamente e quotidianamente stressanti.
Adesso cerchiamo brevemente e sinteticamente di spiegare le oggettive conseguenze della fatica sugli equipaggi delle navi a prescindere dal singolo ruolo.
Dato per certo che gli esseri umani non sono pesci, ma bipedi adatti a vivere, camminare e lavorare sulla terra ferma non ci è ostico pensare che gli stessi umani posti in un ambiente diverso come potrebbe essere una nave soggetta alle sollecitazioni della stessa (rollio e beccheggio) sono soggetti ad un affaticamento mentale oltre che fisico che gradualmente aumenta proporzionalmente al periodo di imbarco il quale protraendosi per diversi mesi consecutivi nell’arco dello stesso anno produce danni alla salute. Anche volendo considerare i periodi di “riposo” svolti a bordo che dovrebbero mitigare l’effetto nefasto della fatica, scopriamo che in effetti tali riposi esistono solo sulla carta e che invece i marittimi per le ragioni esposte quali rollio, beccheggio, rumorosità, spazi vivibili ristretti, i marittimi dicevamo, in queste condizioni non possono maturare il riposo necessario a mitigare il fenomeno dell’affaticamento per cui la fatica non compensata dal riposo del giorno precedente si assomma al giorno successivo e così via per lunghi mesi fino ad arrivare ad una condizione di affaticamento che nella maggior parte dei casi necessita, al momento dello sbarco, un intervento sanitario riparatore.
Dobbiamo sopratutto considerare che i marittimi, ognuno per le proprie competenze, hanno la responsabilità di salvaguardare l’integrità della loro vita e delle vite che a loro sono affidate e se vogliamo farne cenno anche del carico, insomma la responsabilità dell’intera spedizione.
Senza nulla voler togliere a chi, lavorando a terra, dal lavoro pesante/fatica trae malessere, si vuole però rimarcare che gli stessi tornando ogni giorno al focolare domestico hanno così modo di ritemprarsi e quindi alleviare il malessere da affaticamento. Purtroppo non altrettanto possiamo affermare per i marittimi il cui malessere da affaticamento non solo non viene alleviato, ma si assomma con il trascorrere dei giorni e dei mesi.
La questione dei lavori “pesanti” è in questo periodo motivo di discussione presso il nostro parlamento e all’uopo auspichiamo si prenda nota di questo breve e conciso elaborato, lo diciamo anche a quella senatrice viareggina alla quale hanno raccontato che i marittimi sono quelli che hanno la “patente nautica”…
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Ad maiora…!
5 risposte
So che non è una mancanza di rispetto, ma solo una svista, ma sembra purtroppo che si sia dimenticati dei macchinisti!
Mio Caro Diego, laddove si legge di comuni di macchina e poi di apparati sofisticati è chiaro il riferimento. In questo articolo si vuole focalizzare l’attenzione del lettore non sui ruoli, ma sull’aspetto stressante del lavoratore marittimo in genere e la mancanza di possibilità di recupero dall’affaticamento.
Un caro saluto
giorgio
Com.te su quello sono d’accordo, ma visto che purtroppo abbiamo normalmente a che fare con degli “stupidi” ed ignoranti, nel senso che della nostra categoria ignorano praticamente tutto, ne è l’esempio il caso del paragone patente abilitazione/ patente nautica, preferisco non dare mai nulla ne per scontato ne per sottinteso. Un caro saluto
Articolo condivisibile . Personalmente avrei sottolineato maggiormente lo Stress dovuto alla lontananza dalla Famiglia ( qui solo accennato ) ed al rischio quotidiano per la propria incolumità non essendoci a bordo possibilità di cure mediche adeguate ( nonostante corsi specifici ) . Lo scrivo perché anni fa ho visto morire una cara persona che forse , ripeto forse , a terra poteva essere salvato.
e come la mettiamo con la rinuncia di una vita sessuale precaria e affetti che con il tempo ti usurano mentalmente,noi rinunciamo anche ad essere genitore perche questo lavoro ti tiene lontano.